Lente d’ingrandimento, sfera di cristallo o cieca fiducia?
Per interpretare una bolletta dell’acqua bisogna scegliere una di queste opzioni.
Ma se, pur con difficoltà, la bolletta dell’ACAM riusciamo ad interpretarla, sarà più’ difficile se – come noi temiamo – la gestione dell’acqua passerà al privato. Nelle realtà gestite da privati, recapitare bollette incomprensibili serve a introdurre balzelli ingiustificati (deposito cauzionale, quota fissa).
Sulle tariffe ACAM determinate dai Sindaci abbiamo chiesto:
- aumento fascia del minimo essenziale (quello a più bassa tariffazione) da 16 a 18 metri cubi abitante/anno, in maniera da rispettare i parametri dell’OMS (50 litri abitante giorno)
- aumento fascia base da 65 a 72 metri cubi abitante/anno
- graduazione quota fissa per fasce di consumo (attualmente chi risparmia acqua e chi la spreca paga la stessa cifra per quota fissa)
- Restituzione ai cittadini delle quote versate per depurazione in caso di inattività del relativo servizio come stabilito dalla Corte Costituzionale
- Indicazione in bolletta della qualità dell’acqua per incentivare l’uso dell’acqua del rubinetto evitando il consumo di acqua in bottiglia (evitando il traffico merci e limitando i rifiuti in plastica)
Queste richieste – unitamente all’incremento tariffe per chi spreca - intendono perseguire l’equo accesso al servizio e il risparmio di una risorsa fondamentale. L’eccessivo consumo di acqua si combatte non solo con le tariffe, ma con l’informazione e la partecipazione dei cittadini (nuovi edifici con sistemi di riciclo delle acque piovane, rubinetti con miscelatori, sistemi di scarico wc a dosaggio)
Per questo ci battiamo per la RIpubblicizzazione del servizio idrico cioè proprietà delle reti e gestione del servizio a cura dei Comuni, finanziamento sulla fiscalità locale (chi più ha, più paga) e controllo dei cittadini sulle tariffe e sugli investimenti. Per questo abbiamo chiesto ai Sindaci spezzini una moratoria sull’accordo con Hera in attesa del referendum sull’acqua.
In Italia il 42% dei gestori dell’acqua ha società per azioni al suo interno; società il cui scopo è il lucro, e non l’accessibilità del servizio. L’acqua in Italia è aumentata, in 10anni, del 47%; La Spezia (pur con azioni dei Comuni) è ai primi posti per aumenti e paghiamo nelle tariffe i debiti dei falliti investimenti finanziari attuati negli anni da ACAM S.p.A..
Occorre opporsi, tutti ed in tutti i modi, alla privatizzazione dei servizi locali, e soprattutto dell’acqua.
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